Alberto Adriano a.d

MILANO (AIMnews.it) – Dopo aver chiuso un 2015 in forte crescita, Mirabello Carrara punta alla quotazione sul mercato Aim Italia. La società, attiva nel segmento luxury home fashion, nasce nel 2013 dalla fusione tra la Mirabello (dal 1978 negozio specializzato in biancheria per la casa e dal 1982 come azienda produttrice di tessile casa) e Carrara (storica maison, dal 1948 nota per collezioni di biancheria in spugna e per la casa). A guidarlo, l’AD Alberto Adriano, che ha raccontato il business della società e le sue prospettive.“Il 2015 è stato un anno molto positivo, con un aumento del 10% dei ricavi che sono saliti a 15,4 milioni, di cui il 46% derivanti dall’export – spiega Adriano – Anche l’ebitda è stata in forte crescita, con un +60% a 1,2 milioni di euro”.

Quali sono i Paesi in cui vantate la maggiore presenza?
Siamo in tutta Europa, Russia e nord Europa compresi, poi negli Emirati Arabi e negli Usa. Qui in particolare abbiamo un prodotto customizzato made to order per il mercato americano. Ma nei nostri progetti abbiamo il rafforzamento sul mercato russo e nelle aree limitrofe oltre che nei Paesi del Golfo Persico. Abbiamo anche un progetto di sviluppo in Africa: siamo presenti in SudAfrica che riteniamo essere il Paese con le migliori prospettive.

Presenti in tutto il mondo, ma la produzione è solo italiana?
Assolutamente sì. Anzi direi che è tutta concentrata in Lombardia. Vogliamo poter avere sempre il pieno controllo di tutta la catena, visto che la nostra è una produzione che potrei definire sartoriale: ognuno dei 50 Paesi in cui siamo, infatti, ha proprie misure e proprie necessità. E il nostro obiettivo è quello di avere una produzione customizzata per ogni singolo Paese.

A questi livelli, per essere una società del lusso, la marginalità rimane ancora bassa. Vi attendete un aumento in futuro?
Certamente sì. I target per il 2016 e i prossimi anni saranno svelati nel corso dell’Assemblea del 21 marzo. A settembre abbiamo iniziato la produzione con la licenza Trussardi, ma i risultati inizieranno a vedersi da quest’anno. Inoltre siamo in trattative per una nuova importante licenza: si tratta di un accordo che contiamo di chiudere prima della fine dell’anno. Che si aggiungono alle nostre licenze storiche, Cavalli e Les Voiles de St-Tropez. Cerchiamo licenze che integrino il nostro portafoglio ma senza sovrapposizioni per non cannibalizzare i singoli prodotti.

E per quanto riguarda i vostri negozi?
Abbiamo otto corner nei principali department store internazionali e quattro store di proprietà in Italia. Inoltre nei prossimi due mesi contiamo di avviare il nuovo punto vendita Cavalli negli Emirati.

Altre aperture in vista?
Non per il momento. Anche se stiamo studiando la possibilità di aprire dei corner in aeroporti e stazioni.

Come sta andando il 2016?
Molto bene, i risultati dei primi due mesi sono ottimi.

E il progetto di quotazione?
La nostra capogruppo Caleffi ci ha dato mandato per trovare opportunità di valorizzazione. Noi l’abbiamo individuata nella quotazione: ci permetterà di raccogliere mezzi freschi. Non ne abbiamo bisogno per ridurre il debito, visto che nel 2015 abbiamo già ridotto la nostra posizione finanziaria netta da 5,3 a 3,3 milioni di euro. Utilizzeremo invece le risorse per fare ricerca e sviluppo sul prodotto e sui processi produttivi.