Anna Lambiase a.d. IR TopDott.ssa Lambiase ci può fornire alcuni dati sul mercato AIM Italia per contestualizzarne l’andamento?

AIM Italia, il mercato azionario dedicato alle piccole e medie imprese che puntano alla crescita, accoglie circa un quinto delle società quotate complessivamente su Borsa Italiana. Secondo l’Osservatorio IR Top su AIM Italia, il numero delle PMI quotate è aumentato rapidamente nell’ultimo triennio: a fine 2013 AIM Italia contava 36 società, salite a 57 a fine 2014 e a 72 al 31 dicembre 2015. Al 2016 le aziende quotate hanno raggiunto quota 77 (al 27 luglio 2016).

Quali sono i trend principali emersi dall’Osservatorio IR Top?

Analizzando il trend delle IPO, durante i primi 7 mesi del 2016 sono approdate 6 nuove aziende; gli ingressi nel 2015 sono stati 22, in linea con il 2014, di cui 18 IPO e 4 ammissioni avvenute con flottante già esistente. In particolare, le società che hanno debuttato tra il 27 luglio 2016 e  il 2015 sono (dalla più recente): DHHIndustrial Stars of Italy 2, Abitare IN, S.M.R.E., SITI B&T Group, Energica Motor Company, Zephyro, nata dalla fusione per incorporazione con la SPAC GreenItaly1, Bridge Management, Blue Financial Communication, Gambero Rosso, H-FARM, Glenalta Food, Giglio Group, Capital for Progress, Piteco, Assiteca, LU-VE, Masi Agricola, Bomi Italia, BioDue, Cover 50, Elettra Investimenti, Mondo TV Suisse, Clabo, Caleido Group, DigiTouch, Mobyt, Italian Wine Brands.

I settori più rappresentati in termini di società sono Green (23% delle società), Digital (21%) e Servizi (17%). La capitalizzazione totale su AIM Italia è pari a 2,6 miliardi di euro, più che raddoppiata rispetto al 2013 (1,2 miliardi di euro). La market cap media è pari a 34 milioni di euro. La distribuzione delle società per capitalizzazione mostra che il 48% è costituito da società con una market cap inferiore a 20 milioni di euro; l’82% da società con una capitalizzazione inferiore a 50 milioni di euro, mentre le società con una capitalizzazione superiore a 100 milioni di euro rappresentano l’8% del totale (LU-VE, Bio-on, Rosetti Marino, Masi Agricola, Tecnoinvestimenti, SITI B&T Group). I settori maggiormente rappresentativi per market cap sono Green (30% sul totale), seguito da Digital (18%) e Finanza (16%).

Relativamente all’evoluzione della raccolta?

Analizzando il trend dei capitali raccolti in sede di IPO, è possibile evidenziare una prima fase di avvio del mercato tra il 2011 e il 2012; successivamente la raccolta su AIM Italia ha ripreso a crescere a ritmi sostenuti: +1678% nel 2013 (160 milioni di euro), +29% nel 2014 (206 milioni di euro), raggiungendo una raccolta di 278 milioni di euro, in crescita del +35% rispetto all’anno precedente. Nel primo semestre 2016  sono stati raccolti capitali per 94 milioni di euro, in linea con i primi sei mesi del 2015 (92 milioni di euro). La raccolta totale in equity delle 77 società è pari a 809 milioni di euro, di cui 91% in OPS e 9% in OPV. Il valore mediano della raccolta per società è pari a 5,3 milioni di euro, il valore medio è pari a 10,6 milioni di euro. Il flottante medio da IPO si è attestato al 25% (22% al netto delle SPAC). I comparti che hanno beneficiato dei valori di raccolta di capitali più elevati sono il settore finanziario, con 308 milioni di euro (38%), il settore Green con 159 milioni di euro (circa 20%), seguito da 150 milioni di euro raccolti dal Digital (circa 18%). Il 55% delle società ha collocato mediamente una quota inferiore al 20% del capitale. il 10% delle società in IPO ha collocato in media una quota superiore al 50% del capitale. Nel 2016 sono stati raccolti ulteriori 16 milioni di euro sul mercato secondario, di cui 5 milioni di euro derivanti da aumenti di capitale ed esercizio di warrant (9 operazioni) e 11 milioni di euro dall’effettiva sottoscrizione di prestiti obbligazionari (5 operazioni). Nel 2015 la raccolta sul mercato secondario è stata pari a 53 milioni di euro.

Questo trend positivo si riflette anche nelle performance economico-finanziario raggiunte dalle aziende quotate?

I risultati economico finanziari delineano un giro d’affari del mercato che è pari a 4,2 miliardi di euro. Il 75% delle società AIM Italia registra ricavi al 31 dicembre 2015 in crescita rispetto all’esercizio 2014. Il 25% delle società ha registrato tassi di crescita fino al 10%, il 14% ha segnato un incremento tra il 10% e il 20%, il 12% tra il 20% e il 50%, il 14% tra il 50% e il 100%, mentre l’11% ha registrato tassi di crescita superiori al 100%. Un’elevata percentuale delle società ha aumentato contestualmente il valore dell’EBITDA. Il 57% delle società AIM Italia ha evidenziato una crescita di EBITDA nel 2015: di queste il 17% delle società ha registrato tassi di crescita tra il 20% e il 50%, il 6% tra il 50% e il 100%, mentre il 14% ha registrato tassi di crescita superiori al 100%.

Quali sono a suo parere le prospettive alla base dello sviluppo del mercato AIM Italia?

Le prospettive di sviluppo del mercato AIM Italia seguono 3 direttrici trasversali: l’evoluzione di fondi specializzati, le prassi di trasparenza e disclosure delle PMI e l’introduzione di incentivi fiscali. In particolare:

Per garantire uno sviluppo sostenibile del mercato AIM Italia nel futuro è essenziale rafforzare la presenza e creare un maggiore coinvolgimento di investitori istituzionali specializzati nel comparto delle PMI, in particolare fondi d’investimento, che affianchino le aziende nel proprio percorso di crescita e sviluppo, investendo in fase di IPO, in aumenti di capitale successivi e sul mercato secondario. Sono necessarie iniziative congiunte e di sistema per stimolare la nascita di nuovi soggetti focalizzati, che possano intravedere nell’evoluzione delle società AIM Italia un’opportunità di crescita e di redditività (ad esempio Fondi di PE, family office, private deal, ingresso di investitori retail mediante investitori qualificati).

Anche il livello di trasparenza informativa influenza la convergenza dei prezzi azionari verso valori efficienti e la liquidità del mercato stesso. Una maggiore trasparenza da parte delle PMI contribuirebbe a stimolare l’ulteriore crescita di AIM Italia, in un’ottica di maggiori investimenti nel medio-lungo termine e di incremento di liquidità: la disclosure di informazioni affidabili, centralizzate e standardizzate, permette agli investitori istituzionali di valutare l’effettiva creazione di valore di una società. In particolare, gli investitori basano le proprie scelte di investimento su un sistema di informazioni sufficientemente organizzato proveniente da fonti informative interne all’azienda e da fonti esterne:  secondo l’Osservatorio IR Top su AIM Italia, tra il 2015 e il 2016 le società AIM hanno diffuso 1.086 comunicati stampa: il 46% delle società diffonde un numero di comunicati stampa inferiore a 10. Nel 2015 sono state realizzate 53 presentazioni per gli investitori da parte di 21 società e nel primo semestre 2016 sono state predisposte 39 presentazioni da parte di 22 società. 6 società su 76 (8%) hanno comunicato i Piani Industriali; il 21% delle società comunica in lingua inglese.  I comunicati più frequenti sono quelli relativi ad aggiornamenti sullo sviluppo del business, pubblicati da 51 società su 76 (67%). Seguono le comunicazioni relative a Joint Venture, contratti e collaborazioni di business (53%). 

Tra le agevolazioni e le proposte rivolte agli investitori per stimolare l’interesse verso le aziende AIM Italia e ottimizzare il carico fiscale sugli investimenti emergono sia la detassazione dell’utile di capitale (capital gain) sia la detassazione sui dividendi sulle azioni detenute nel medio-lungo periodo. Gli incentivi potrebbero interessare non soltanto gli investimenti diretti ma anche quelli realizzati attraverso i fondi di investimento, con ulteriori facilitazioni per i soggetti che investono nell’ottica di lungo periodo (assicurazioni e fondi pensione).  Le principali azioni di supporto per le piccole e medie imprese riguardano gli incentivi alla quotazione in Borsa, con la possibilità di rendere determinati costi di IPO più facilmente ammortizzabili nel tempo anche attraverso crediti d’imposta e  la capitalizzazione – con aumenti di capitale e ulteriori forme di incentivo a livello regionale.