Samuele-Mazzini2MILANO (AIMnews.it) – “I due accordi di fornitura sottoscritti di recente con costruttori di veicoli commerciali, tra i principali al mondo, hanno alla base la nostra tecnologia Mrt su piattaforme di veicoli ora in fase di progettazione, che saranno messi sul mercato tra il 2018 e il 2019 – spiega Samuele Mazzini, fondatore e Ceo di S.M.R.E. – Per noi è quindi un modello di business completamente nuovo e più evoluto, dato che non si tratta di creare kit di trasformazione di veicoli esistenti quanto piuttosto di costruire modelli di primo equipaggiamento”.

Quali saranno le tempistiche di queste operazioni?
A ottobre dovremmo partire con le forniture, con una crescita molto elevata nei prossimi due anni dato che si tratta di produzioni in piattaforma. Non parliamo più quindi di una produzione sul venduto come finora in Europa, ma di produzione in serie. L’anno prossimo arriveremo a 300 kit al mese.

Quali sono i prossimi passi della jont venture?
Da contratto, il 30 marzo è fissato il termine per la chiusura dell’accordo con le transazioni monetarie, mentre la JV sarà stabilita entro aprile. In ogni caso contiamo di chiudere il tutto entro marzo: siamo già a un ottimo punto, ci sono solo le ultime questioni burocratiche con le autorità locali cinesi da risolvere.

In prospettiva quali sono gli obiettivi della jv?
Sarà un’unità locale, svolgerà sia una parte produttiva sia commerciale per il mercato locale. È una prerogativa per poter vendere i powertrain in Cina, dato che per poter essere installati devono essere omologati sul territorio. Di fatto, quindi, si tratta di una partnership strategica per poter aggredire il mercato.

E la suddivisione delle funzioni tra la controllata Iet e la jv rimarrà?
Questo sempre. Tutta la parte tecnologica sarà sempre fatta in Europa, mentre la parte più manifatturiera a basso valore aggiunto verrà prodotta in Cina.

E le ricadute occupazionali in Italia?
Dopo la chiusura degli accordi abbiamo iniziato ad assumere, in Italia abbiamo praticamente raddoppiato il personale nel giro di poche settimane: visto il settore di riferimento si tratta di persone di alto livello, soprattutto ingegneri.

Quali prospettive avete a livello di gruppo?
Stiamo facendo accordi con i principali costruttori a livello mondiale. Anche perché non avremmo mai pensato, in passato, di arrivare così velocemente ai costruttori: in pratica in sei mesi è avvenuto quello che avevamo programmato per 2-3 anni.

E anche la Borsa vi ha premiato in pochi mesi…
Si, l’andamento del titolo dell’ultimo mese riflette le dinamiche del business e le nuove prospettive di sviluppo.

Accordi in Europa e negli Usa?
Stiamo lavorando a nuovi accordi che dovremmo chiudere nei prossimi mesi e sempre con lo stesso schema: accordi strategici con partner molto grandi che fanno investimenti sulla parte produttiva, mentre da parte nostra continueremo a fornire la parte tecnologica. Sia in Europa sia negli Stati Uniti.

Dal punto di vista finanziario potete contare su 3,5 milioni di cassa, cui si aggiungono i 3 milioni dell’aumento di capitale riservato al partner cinese…
Esatto, poi da parte nostra SMRE divisione automation genera cassa, quindi siamo coperti. Ci stiamo quindi guardando intorno alla ricerca di piccole società che ci possano fornire componenti tecnologiche specifiche, gestione dati, geolocalizzazione, ecc. Il tutto in Italia, dato che vogliamo tenere la tecnologia nel nostro Paese.

Quali sono i vostri competitor? E dove sono?
Non abbiamo competitor che abbiano tutti i nostri componenti, alcuni producono solo gli inverter, altri solo il motore. In ogni caso sono aziende tedesche, svizzere, o anche cinesi; tuttavia con le nuove regolamentazioni sull’efficienza energetica, alcuni competitor cinesi si trovano ora tagliati fuori dal mercato e si trovano quindi costretti a fare ammodernamenti tecnologici. Oggi vince l’integrazione, fornire al produttore il pacchetto completo.