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MILANO (AIMnews.it) – A 12 mesi il titolo Digital Magics è salito del 120% e del 50% circa negli ultimi sei. E il periodo di esercizio di warrant, chiusosi a ottobre, ha portato oltre 4 milioni di euro nelle casse del business incubator di startup digitali. Ne abbiamo parlato con Marco Gay, vicepresidente esecutivo di Digital Magics, che da parte sua ha esercitato oltre 40mila warrant. “La società oggi è il più importante hub di innovazione nel digitale, grazie alle sei sedi, 66 partecipazioni attive, avere soci come Tamburi che con StarTip ha 100 milioni di euro da stanziare in innovazione. Accanto a questo possiamo contare sulla partecipata Talent Garden, il più grande coworking europeo con 18 sedi complessive, su Innogest e su Università Telematica Pegaso. Importanti alleati per la nostra piattaforma nazionale per il “Digital Made in Italy”.

    Il vostro è un osservatorio privilegiato sulle startup: Qual è la situazione in Italia?

Riceviamo e analizziamo 1.500 richieste ogni anno e “incubiamo” dalle 15 alle 20 realtà. Da oggi, grazie a questa disponibilità di cassa aggiuntiva, potremo investire ancora di più. Utilizzando sia i programmi di Open Innovation sia quelli di accelerazione, possiamo far incontrare l’innovazione prodotta dalle startup con la necessità di innovazione delle PMI e imprese italiane.

    Di recente avete avviato un programma di accelerazione su FinTech e InsurTech…

Esatto. Magic Wand è il primo programma in Italia dedicato alle startup del settore finanziario e assicurativo. Abbiamo già avuto moltissime richieste di partecipazione: questo significa che il modello che abbiamo sviluppato funziona e ci pone in una posizione di assoluto rilievo e opportunità per poter lanciare aziende innovative. Magic Wand vanta 10 importanti partner: BNL Gruppo BNP Paribas, Credito Valtellinese, Ersel Investimenti, Innovation Center di Intesa Sanpaolo, Innogest, Poste Italiane, SellaLab, SisalPay, Società Reale Mutua di Assicurazioni e UBI Banca. L’obiettivo è creare un centro di eccellenza italiano: una vera e propria alleanza di sistema dei più importanti operatori del mercato, per accelerare startup italiane FinTech e InsurTech.

    Quali i settori su cui punterete maggiormente?

Gli eventi GIOIN che presentiamo servono, tra l’altro, per fare focus specifici sui settori più interessanti. I trend più importanti, oltre a FinTech e InsurTech, sono sicuramente quelli legati all’energia, all’health, all’Internet of Things che si ricollega a tutto il mondo dell’Industria 4.0 e ancora food, fashion, design, travel. E poi la parte marketing e comunicazione, che con il digitale ha fortissime assonanze e impatta sul mondo del retail, che oggi ha un grandissimo bisogno di innovazione ed è al centro della politica di sviluppo e innovazione delle aziende.

    Il passaggio finale di un vostro investimento è la fase di exit. Che non è sempre facile in Italia. Come vi state muovendo?

In genere ogni anno abbiamo una o due exit dalle nostre partecipazioni. Il mercato italiano è molto lento, dato che manca nella parte finanziaria, ma stiamo lavorando molto e pensiamo che un ottimo sviluppo potrà essere rappresentato dal corporate venture capital. Da parte nostra cerchiamo per le nostre partecipate un’uscita naturale, grazie all’integrazione delle loro tecnologie e dei loro modelli di business all’interno dei processi delle imprese italiane più strutturate, che possono così contare su aree di innovazione già pronte o fusioni strategiche. Anche uno sbocco finanziario può essere preso in considerazione, ma è un’alternativa purtroppo più rara.

    Il mercato Aim non rappresenta un possibile sbocco?

Sicuramente l’AIM è una grande opportunità, il nostro payoff è “from talent to IPO”.

Le dimensioni delle aziende spesso non sono ancora sufficienti al momento dell’exit, ma il nostro lavoro di business incubator va proprio nella direzione di aiutarle ad essere pronte per questa opportunità.