a.d. Alessandro RossoMILANO (AIMnews.it) – “Il 2017 è stato un anno straordinario per Tps: la quotazione in Borsa avvenuta poco più di un anno fa ci permette di perseguire un’ulteriore strategia di crescita, anche attraverso nuove acquisizioni dopo quelle realizzate nel corso del 2017. Quanto realizzato negli ultimi mesi ha reso il gruppo più importante e migliorato la nostra immagine nei confronti dei nostri grandi clienti”. Così Alessandro Rosso, amministratore delegato di Tps. “Eroghiamo infatti servizi tecnici e di ingegneria in ambito aeronautico e questo significa confrontarci con clienti che spesso sono gli stessi costruttori dei velivoli, cioè i grandi gruppi internazionali del settore”.

Chi sono i vostri clienti?
Il nostro cliente principale è il gruppo Leonardo, o meglio le varie Divisioni del Gruppo Leonardo: per chi opera sul mercato domestico nel settore dei servizi tecnici aeronautici è imprescindibile collaborare con il costruttore Italiano di aerei ed elicotteri. Poi vi sono altri clienti che costruiscono componenti per il settore aeronautico o che personalizzano parti del velivolo (ad esempio gli interni). Infine vi sono i numerosi operatori che utilizzano i velivoli per usi professionali e per i quali oltre alla fornitura di servizi tecnici e d’ingegneria, progettiamo, certifichiamo e produciamo parti e componenti, in particolare per l’uso medicale dell’elicottero o dell’aereo.

E le operazioni di M&A sin qui portate a termine?
Con l’acquisizione di ICB abbiamo portato all’interno del nostro Gruppo la principale società italiana nel campo dell’avionica, cioè lo sviluppo di software aeronautico, la gestione dei processi di test avionico e l’integrazione di componenti per velivoli. Successivamente abbiamo completato la seconda operazione, quella di Stemar Consulting. Questa società, che seguivamo da tempo, è specializzata nel cost engineering, ovvero in quelle metodologie di analisi e progettazione che servono a ridurre il costo di produzione dei componenti. Due operazioni che da una parte hanno dato ulteriore slancio al Gruppo e che dall’altra hanno consentito una diversificazione verso il comparto automotive – tra i clienti di riferimento di Stemar Consulting troviamo Ferrari e FCA – rispetto al nostro core business che era prevalentemente orientato al settore aeronautico.

Per quanto riguarda il core business?
Abbiamo proseguito nel rafforzamento della nostra attività tipica di produzione di documentazione tecnica e di engineering e consulting. Nel complesso si è trattato di un anno positivo che ci ha consentito un salto di qualità. Come dimostrano i numeri: i ricavi sono saliti del 31% a 19,1 milioni, l’ebitda del 33% a 4,2 milioni e l’utile netto dell’11% a 2,1 milioni. Con una capitalizzazione attuale di oltre 27 milioni di euro.

E il 2018?
Ci aspettiamo di continuare su questa strada. Rafforzando il nostro posizionamento sul mercato aeronautico -anche guardando all’estero- e potenziando l’attività verso il settore automotive. Abbiamo progetti che ci potrebbero consentire un’ulteriore crescita, sia organica, con le sinergie che si sono create all’interno del Gruppo, sia attraverso acquisizione di partecipazioni in aziende selezionate così come abbiamo fatto l’anno scorso. Abbiamo alcuni dossier aperti e stiamo lavorando per concretizzare le operazioni. Cerchiamo realtà che possano allargare e rafforzare la nostra offerta al mercato e che nel contempo possano integrarsi in tempi rapidi all’interno del nostro Gruppo e continuiamo a credere che questo sia un momento interessante per poter crescere. In particolare queste operazioni potrebbero interessare la parte core business – nel reparto aeronautico riteniamo che vi siano operazioni molto interessanti – ma anche, in un’ottica di diversificazione, la possibilità di aprirci a nuovi settori, magari di nicchia, in cui i servizi tecnici realizzati dal Gruppo TPS possano risultare vincenti

All’estero, ma dove?
Da tempo stiamo portando avanti un progetto per l’avvio di fornitura dei nostri servizi negli Stati Uniti. Ma guardiamo anche ad alcuni Paesi europei.

Operazioni per cassa oppure ad esempio tramite aumenti di capitale riservati?
Dipenderà molto dalla dimensione dell’azienda target. Per operazioni di minore dimensione abbiamo cassa sufficiente per farvi fronte. Viceversa, se la target company fosse di dimensioni più rilevanti, potremmo prendere in considerazione forme diverse per il reperimento di capitale, e tra queste anche quelle possibili sul mercato dell’equity.