Alessandro-Firpo-2 PRISMI è tra quelle aziende che guidano la Rivoluzione 4.0 italiana. Il digitale è la leva che in questo momento traina la crescita del Paese. PRISMI porta in rialzo anche il valore dei dati previsionali relativi al Valore della Produzione e all’EBITDA consolidati per il 2018. A contribuire al raggiungimento di questo risultato anche la recente acquisizione del 30% di Two Leaders, un piccolo passo verso un obiettivo di risultato ancora più importante, capace di qualificare l’azienda, in tutti i segmenti e i cluster di mercato in cui opera, come un vero punto di riferimento, racconta Alessandro Firpo, Business Development Manager di PRISMI.

Com’è l’attuale mercato del digitale italiano?

Inizia a prendere forma lo scenario relativo ai competitor, anche se il mercato resta troppo frammentato e disperso in piccole realtà, con una clientela locale. Il nostro obiettivo è quello di consolidare la crescita del Gruppo per affermarci tra le prime dieci società italiane del settore. È un mercato molto competitivo in sé ma con uno specifico fattore di competitività in più: la mancanza di competenze adeguate disponibili. Le ultime stime al riguardo parlano di una mancanza di 270 mila giovani con le competenze professionali adeguate per riuscire a essere assorbiti da un mercato del lavoro sempre più digitale. Un dato che deve assolutamente far riflettere.

Quali sono i punti di forza di PRISMI in questo scenario?

Abbiamo una formidabile rete di vendita sul territorio nazionale, che conta oltre 170 agenti. Una rete ancora in crescita, così come sono in aumento le vendite che continuano da inizio anno a confermare costantemente, il trend positivo. E quindi le premesse per un buon 2019 ci sono tutte. La conseguenza diretta di un’azione forte sul mercato di una rete di vendita retail, soprattutto quando è forte, è l’inevitabile crescita della posizione finanziaria netta della società, che si trova ad avere una necessità di circolante adeguata al suo “eccesso” di crediti commerciali rispetto alla norma. Il tema è ineludibile in quanto connesso allo stesso modello di business, che richiede di essere correttamente letto e interpretato. Dal nostro punto di vista ciò che ci sta veramente a cuore non è l’eccesso di credito in sé, cui troveremo la forma di attendere sostanzialmente ed esteticamente, quanto piuttosto la qualità di quel credito che è la vera cosa che conta per la buona salute, attuale e prospettica, della nostra azienda.

Mi fa piacere segnalare anche i forti sforzi che abbiamo fatto, coronati da un successo insperato, sul fronte della produzione che offre oggi ai nostri clienti una delivery molto migliore qualitativamente, oltre che più efficiente e rapida. La nostra brand reputation ha immediatamente riflesso positivamente questo importantissimo output.

Dall’acquisizione del 30% di Two Leaders all’approvazione delle previsioni di crescita per il 2018, dalla sua sostenuta crescita per linee interne alle numerose acquisizioni, PRISMI è una realtà in fermento che punta ad accelerare la trasformazione digitale italiana per entrare nella top ten dei player nazionali contrastando le principali debolezze del mercato: la carenza di strutture sufficientemente dimensionate, la mancanza di competenze adeguate, la pista random e incontrollata delle innovazioni autentiche che causa forti diseconomie, una piena trasparenza con i clienti che eviti di disorientarli. Anche se c’è da dire che la cultura di base del pubblico a cui i rivolgiamo sta rapidamente crescendo.

Con l’acquisizione di Two Leaders, PRISMI debutta nel mondo del barter. Quali sono le aspettative?

È uno strumento che ci apre un nuovo segmento di mercato. Abbiamo acquistato una quota di minoranza, pari al 30%, dal socio di maggioranza, con la possibilità di esercitare, entro la fine di dicembre del prossimo anno, un’opzione call per acquisire un’ulteriore quota del 21 per cento. Abbiamo circa un anno di tempo per valutare i risultati di questa operazione che può rappresentare un momento importante della crescita di Prismi, senza allo stato la pretesa di essere determinante per la crescita del nostro business. Il mercato è molto effervescente in questo settore e noi guardiamo a tutte le opportunità che offre.

Parliamo di internazionalizzazione: è tra le vostre priorità?

Non abbiamo necessità, al momento, di guardare fuori confine per crescere. Non siamo, però, insensibili su questo tema all’internazionalizzazione delle competenze. Ci sono Paesi e Università, soprattutto nell’est Europa, che formano ingegneri di altissimo livello, che peraltro si ritroveranno a operare in mercati lontani dalle loro competenze. Guardiamo a questi ragazzi come risorse da attrarre nella nostra squadra. Non escludiamo la possibilità di avvalerci della collaborazione e delle capacità di giovani provenienti dall’estero.

In Italia manca la formazione giusta per il comparto?

Sì, qualcosa inizia a cambiare anche sul fronte dell’offerta formativa ma parliamo di un settore che cresce e che cambia alla velocità della luce. Dobbiamo recuperare molto terreno sul piano dell’offerta formativa.