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MILANO (AIMnews.it) – “Il lock up volontario sull’intera partecipazione che detengo in Energy Lab è il segno tangibile del mio impegno, come azionista di maggioranza, nella società”. Giovanni Dorbolò, presidente e ad della società friulana di energie rinnovabili, controlla, tramite la holding Kaos srl, l’83,05% di Energy Lab, mentre l’unico altro azionista sopra la soglia del 5% è Zeus capital Sicav (6,92%) e l’ultimo 10,03% è flottante.

Il 2015 è andato bene, ora quali sono le prospettive?
La società sta seguendo il piano prospettato in sede di Ipo, come testimonia la crescita del 68% dei ricavi a 25,7 milioni e dell’ebitda, +49% a 4,4 milioni, con una marginalità che si attesta al 17 per cento. È aumentato anche l’indebitamento finanziario netto a causa degli investimenti che stiamo sostenendo nella divisione Independent Power Producer (Ipp), alla luce del fatto che si tratta di asset che hanno una vita utile di 20 anni circa.

E invece il business dell’Epc (Engineering, Procurement, Construction)?
Stiamo effettuando un passaggio graduale, con una rimodulazione del fatturato. In prospettiva le due business area Ipp ed Efficienza energetica dovrebbero arrivare a pesare tra il 15 e il 20% ciascuna, mentre l’Epc intorno al 50 per cento. Non avverrà certo quest’anno, anche se già assisteremo a un calo del peso di questo settore sul consolidato rispetto al 2015.

Quale il motivo della rimodulazione?
L’epc ha marginalità più elevata e non incide sulla posizione finanziaria netta, ma, dato che per sua natura è un’attività discontinua, non assicura flussi di ricavi stabili. Cosa che invece ci permette di fare l’Ipp. Il nostro obiettivo infatti è quello di avere una parte del fatturato composto da flussi visibili e stabili nel tempo.

Cosa farete per quanto riguarda il comparto dell’efficienza energetica?
Svilupperemo soluzioni tecnologiche di dialogo tra le unità di produzione e di consumo distribuite sul territorio, proponendo servizi che sfruttino le reti intelligenti.

E il nuovo prestito obbligazionario convertibile da 10 milioni?
Contiamo di chiudere l’emissione entro luglio: le risorse che entreranno in azienda saranno interamente destinate non a coprire posizioni pregresse, ma a investimenti. Abbiamo in pipeline una serie di acquisti e investimenti per rafforzare la società e farla crescere. Gli investimenti nelle biomasse ne sono un esempio: lo scorso anno abbiamo acquistato un impianto per la trasformazione in energia della componente umida dei rifiuti attraverso una tecnologia proprietaria. L’obiettivo ora è far crescere il settore, facendo scouting, e quindi avviando progetti Epc anche in questo comparto.

Cosa farete con Magenta, che avete riacquistato a seguito dell’opzione esercitata da Te Wind?
La società rimane oggetto di cessione. Siamo ora in attesa della tariffa incentivante, che presumibilmente dovrebbe essere approvata entro l’anno. Quindi il 2017 dovrebbe essere l’anno della dismissione definitiva, stavolta senza opzioni put e call.

Espansione all’estero?
Guardiamo a Regno Unito e Balcani, Croazia soprattutto. Si tratta di aree ricche di materia prima, e che erogano incentivi per favorire la realizzazione di impianti a biomassa.

Ultima domanda: avete già in mente il possibile passaggio dall’Aim al mercato principale?
No, è ancora presto. Vogliamo prima rafforzarci e crescere nei nostri business. Poi ci penseremo.