MILANO (AIMnews.it) – Sono circa 60 le potenziali IPO 2021 frutto del rinnovo dell’apposito Credito di Imposta previsto dalla nuova Legge di Bilancio. È quanto emerge dall’analisi di IR TOP Consulting, in occasione dell’evento”, promosso proprio dalla boutique finanziaria specializzata sui Capital Markets e nell’IPO Advisory.

“La decisione di una società di quotarsi in Borsa – ha spiegato Anna Lambiase, CEO e Fondatore di IR Top Consulting – è strettamente connessa al progetto strategico di crescita futura e non può prescindere dal track record di attività e dalla sostenibilità futura del modello di business. I dati del mercato AIM evidenziano una raccolta media per singola PMI in IPO pari a 6,7 milioni di Euro, con l’obiettivo di internazionalizzazione ed M&A, aumento della market share e investimenti in ricerca e sviluppo. Grazie alla nostra attività di advisor finanziario affianchiamo le PMI italiane e gli imprenditori nel percorso di crescita accelerato con la quotazione in Borsa. Il nostro auspicio è che le imprese possano riconoscere i numerosi benefeci ottenibili con l’accesso al mercato dei capitali considerando l’IPO come un ottimo strumento di supporto finanziario per i progetti strategici delle PMI italiane. Le nostre stime di crescita del mercato sono convalidate da Banca d’Italia che ha individuato un potenziale target di PMI italiane quotabili pari a 2.800; nelle nostre analisi la misura governativa stanziata a beneficio fiscale per l’anno in corso potrebbe portare ad un numero di nuove IPO pari a 60”.

La motivazione principale per la quotazione in Borsa è la raccolta di nuovi capitali per finanziare i progetti di sviluppo (92% delle società); una quota importante di società approda sul mercato con l’obiettivo di creare o consolidare il brand (67%). La Legge di Bilancio 2021 ha rinnovato il Credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza sostenuti per l’operazione di IPO delle PMI italiane fino al 31 dicembre 2021. La misura ha stanziato 30 milioni di Euro per le procedure di ammissione fino al 31 dicembre 2021 per tutte le PMI italiane, che rientrano nella definizione Europea (< 250 unità lavorative/anno + Fatturato tra 2-50 € milioni oppure Totale di bilancio tra 2-43  € mln). L’importo massimo stabilito ammonta a 500.000 Euro.

La proroga del Credito d’Imposta sui costi di IPO contenuta nella Finanziaria 2021 permetterà un maggiore incentivo per la quotazione delle PMI e per la diffusione della cultura del mercato dei capitali, consentendo una canalizzazione efficace della liquidità dei fondi, anche PIR, con importanti riflessi sul rilancio del nostro Paese e sulla crescita economica oltre che sulla qualità della struttura finanziaria delle imprese italiane.

Secondo le stime di Banca d’Italia sono circa 2.800 le PMI non finanziarie con caratteristiche ampiamente idonee alla quotazione prima della diffusione della pandemia. Il profilo della PMI “quotabile” delineato dal modello utilizzato è quello di un’impresa con elevata crescita dei ricavi e una redditività competitiva sia in termini assoluti, sia rispetto alle imprese dello stesso settore. L’elevata crescita comporta maggiori esigenze di finanziamento, che si riflettono in un elevato utilizzo della leva finanziaria e in una maggiore incidenza degli oneri finanziari sui ricavi. Le fonti di finanziamento sono in genere concentrate. Tenendo conto delle ridotte dimensioni delle imprese oggetto di valutazione, la quota di mercato risulta in genere alta. Il bilancio delle imprese presenta in genere la revisione contabile, spesso di un revisore esterno. Tra le motivazioni che spingerebbero le PMI a quotarsi potrebbe quindi annoverarsi l’esigenza di reperire nuovi capitali funzionali a sostenere la crescita e di diversificare le fonti di finanziamento.

Secondo l’Osservatorio AIM di IR Top Consulting, il mercato AIM, che ha registrato negli ultimi anni il maggior numero di collocamenti, conta 138 società con un giro d’affari nel 2019 pari a 5,3 miliardi di euro, una capitalizzazione di 6,1 miliardi di euro e una raccolta di capitali di oltre 3,9 miliardi di euro, di cui, in media, il 93% proveniente da nuova emissione di titoli. La raccolta è superiore a 4,8 miliardi di euro includendo le operazioni sul secondario. I settori più importanti in termini di numero di società sono: Tecnologia (20%), Industria (17%) e Media (14%). Le regioni maggiormente presenti su AIM sono: Lombardia (38%), Lazio (14%) Emilia-Romagna (14%) e Veneto (7%). Il mercato AIM conta 57 PMI innovative. Dal 2009 sono approdate oltre 200 società.

L’evento si è tenuto con il supporto di Borsa italiana e dell’Osservatorio AIM. Partner: PMI Capital, Confassociazioni (Confederazione Associazioni professionali), ANCP (Associazione nazionale consulenti patrimoniali), Mediocredito Trentino Alto Adige, Nexia Audirevi.