MILANO (AIMnews.it) – Le difficoltà che incontra un investitore istituzionale nello smobilizzare una posizione a causa della scarsità di proposte a livello di book – e delle inevitabili ripercussioni su quel titolo dell’operazione – ha riacceso il dibattito sulla carenza di liquidità sul mercato delle Pmi di Piazza Affari. A luglio in occasione della consueta presentazione annuale dei dati dell’Osservatorio sull’Aim Italia di Ir Top, Anna Lambiase aveva già fatto notare in effetti questo andamento: il controvalore medio giornaliero su questo mercato, nei primi cinque mesi dell’anno, era stato inferiore ai 16mila euro, contro gli oltre 100mila euro dello stesso periodo del 2015. Con titoli che in ogni caso evidenziano scambi sostenuti: Bio-On (115mila euro di controvalore giornaliero), Triboo Media (71mila euro), Expert System (67mila euro).
Il calo è significativo, -84%, tuttavia non è prerogativa dell’Aim Italia, ma investe gran parte della Borsa Italiana. Infatti il settore più comparabile all’Aim, vale a dire quello dei titoli compresi nel Ftse Italia Small Cap (con una market cap inferiore ai 200 milioni di euro), mostra una caduta analoga: dai 256mila euro medi del 2015 ai 46mila del 2016 (-82%).
Del resto, se accanto al controvalore scambi, andiamo ad analizzare un altro indicatore che è la volatilità del mercato, vediamo invece come l’Aim evidenzi numeri decisamente più contenuti e stabili rispetto al Ftse Italia Small Cap, non solo quest’anno, ma proprio come trend storico. Il Ftse Aim ha registrato infatti una volatilità nel primo semestre quest’anno del 10,4% (23,4% quella del Ftse Italia Small Cap), dell’8,2% nel 2015 (contro il 16,4%) e del 9% nel 2014 (contro il 16,4%).